Wang Wei Guo, nato nel 1956 a Pechino, pratica le arti marziali interne dall’età di 10 anni. Ha appreso lo stile Yang dal Maestro Gu Li Sheng, egli stesso allievo di Yang Shao Hou, fratello del famoso Yang Cheng Fu, entrambi nipoti di Yang Luchan, il fondatore dello stile Yang.
Poi, ha ricevuto l’insegnamento del maestro Chen Wan Ling, scuola Chen. Arrivato in Francia nel 1981, ha insegnato il Tai Chi Chuan in Francia (Parigi, Bordeaux, Clermont-Ferrand, Aix-en-Provence e La Réunion), Svizzera (Bedano) e Italia. E stato allenatore della squadra francese di Wushu per la prima Coppa del Mondo di Kung Fu a Pechino nel 1984. Attualmente vive nella Repubblica popolare cinese.
Secondo Wang Wei Guo:
“Il Tai Chi Chuan riguarda essenzialmente il rapporto tra l’uomo e lo spazio. Il rapporto con l’aria, certo, è importante, ma essenzialmente lo spazio. Lo spazio esiste, a destra, a sinistra, sopra e sotto di noi, ma non stiamo sfruttando appieno questa relazione. Dove il sotto non si ferma sotto i nostri piedi, possiamo penetrare nel terreno molto più in profondità come le radici di un albero. E, dove il sopra non si ferma sopra la nostra testa, il cielo è immenso e possiamo estenderci all’infinito.
L’importanza del sentire
Il Tai Chi Chuan non è solo fisico, né solo mentale, c’è una componente di entrambi, l’importante è sentire. Per gli occidentali, la meditazione è sinonimo di astrazione. Lo spirito sfugge, va in qualche altro posto inseguendo i pensieri e la nostra coscienza non è più unita al corpo. Nella pratica del Tai Chi Chuan, al contrario, la coscienza è qui, ora con corpo e spirito, un’unione non una scissione.
Il Qi è energia, la fonte vitale
Parliamo troppo dell’energia come di una cosa misteriosa, eppure è semplice come l’acqua e il cibo.
L’energia è molto difficile da definire, ma lavorare con essa ti permette di conoscerla meglio e di conoscere meglio te stesso. Il lavoro sull’energia aiuta nella vita quotidiana ad acquisire un migliore equilibrio, una migliore salute. »
Specificità della nostra pratica :
Ciò che caratterizza la nostra pratica dello stile Yang è l’onnipresenza della spirale all’interno dei nostri movimenti, alternando movimenti ampi e stretti, dove la vivacità è presente nella lentezza…